Ancora pioggia, niente parco dunque, si opta per mattino in centro città e pomeriggio al cinema.
Ovviamente, come sempre quando piove, siamo finiti al grande Centro Commerciale ( non-)luogo accuratamente evitato a casa, ma qui spesso frequentato perchè comodo e sicuro. Qui tutto si può avere, tutto si può comprare: abiti, giochi, cinema, cibo.
Il cibo appunto, riflettevo con Diego come buona parte della giornata graviti intorno alla rappresentazione, la ritualità, la densità fisica e simbolica del cibo. Attraverso l’aspetto rituale, la stilizzazione della preparazione, della consumazione e dell' allestimento del cibo ci scambiamo informazioni, messaggi, modi di pensare. I bimbi ci dicono che hanno o hanno avuto molta fame, e che a loro non interesssa sperimentare nuovi sapori, sono affezionati al solito cibo che evidentemete li ha saziati e che li rassicura e sono soprattutto attenti alla quantità, vogliono il piatto pieno di tutto.
Da parte nostra noi genitori abbiamo l'idea ossessiva che il cibo ci rappresenti e non a caso i nostri primi interventi educativi si sono focalizzati sulla questione del cibo.
Devo dire che ci siamo venuti incontro: noi abbiamo dovuto imparare con fatica ad essere rispettosi dei loro gusti ( all'inizio li guardavamo inorriditi) e loro a rispettare le regole del bon ton che gli abbiamo insegnato ( ora Miguel mangia un pezzo di pollo fritto con forchetta e coltello)
Abbiamo notato che da qualche giorno Miguel e Brayan addirittura avanzano il cibo nel piatto ( panseta plena mami dice Brayan). A noi piace pensare che significhi che la Grande Fame sia finita, che di altro alimento ora vi sia necessità, che di noi ora possano fidarsi e che a loro non mancherà mai più il cibo.
Lucia