Diego e Lucia

Diego e Lucia

lunedì 6 settembre 2010

A casa





































Il tanto atteso e un pò temuto arrivo in Italia a casa dei nonni è stato bellissimo. Non solo i bambini sono stati sereni e perfettamente a loro agio, ma anche hanno dato tanto calore e allegria. Brayan ha da subito suonato la chitarra del nonno Giuseppe e cantato le sue canzoncine,







Miguel ha giocato con la trottola del nonno che ha subito imparato a far roteare con grande soddisfazione e orgoglio da parte di mio padre. Hanno molto apprezzato il famoso sugo con le polpette di nonna Maria. Sono ovviamente stati coperti di regali: biciclette, gommone, maschere e pinne. 12 ore di intensa attività giornaliera ( e di chiacchere di Brayan che notoriamente non sta mai zitto) hanno stremato tutti compreso Yuri che ora ha smesso di sonnecchiare per tutto il giorno in attesa del nostro rientro.








Poi sabato notte il viaggio verso casa nostra carichi di bagagli e finalmente l'arrivo a casa ( tutta per noi ? ci hanno ripetutmente chiesto). Anche qui i fantastici due sono stati FANTASTICI, entusuasti, hanno gironzolato tutta la notte per scoprire la loro casa poi finalmente verso le cinque del mattino si sono addormentati.








Poi ancora visite, i cugini, gli amici, i vicini di casa, altri regali, altre sorprese, le uscite in bicicletta, la spesa insieme, scoprire il bidè ( si scrive così?), la pasta con i piselli, il Kinder pinguì, rincorrere le gatte, lasciare le scarpe in lavanderia. Tutto con allegria. Il fiume che scorre.








Grazie a tutti voi che ci siete stati vicino e che ci avete seguito attraverso questo blog.








Lucia, Diego, Miguel e Brayan








giovedì 2 settembre 2010

lunedì 30 agosto 2010

Si parte






















Racchiusi in 4 valigie e 4 bagagli a mano (un centinaio di chili tra vestiti, scarpe, libri, pallone, monopattino di Miguel e qualche souvenir) ci sono 40 giorni di vita in Colombia con Miguel e Brayan da portare a Cordenons. Per fortuna che le emozioni non vanno in valigia, dato il loro peso ci sarebbe costato un bel pò di sovraprezzo. Anche questi utimi giorni a Bogotà sono andati molto bene, con varie visite a musei e luoghi interattivi per i bambini come Divercity - un posto dove i bambini passano interi pomeriggi a sperimentare i mestieri degli adulti - o la pizzeria in cui i bambini si fanno (quasi) da soli la pizza (vedi foto).
Ieri, martedì 30, tutti 8 abbiamo visitato il centro storico di Bogotà, iniziando dal Santuario di Monserrate situato su una collina con splendida vista della città. Abbiamo visto il palazzo presidenziale, con tanto di foto classica dei bambini in mezzo alle guardie, bellissime chiese e gran finale in un ristorante situato in una elegante casa coloniale della Candelaria. Nonostante fosse l'ultimo giorno assieme in Colombia (Elena, Enrico, Nelson e German partiranno mercoledì 1 settembre), i bambini erano molto tranquilli - a parte qualche capriccio iniziale. Sebbene questa tranquillità sia in buona parte dovuta al loro scarso senso di orientamento spazio-temporale, ci piace leggerla come un segno di fiducia verso il loro nuovo futuro ( per Miguel e Brayan esso consiste nell' incontrare Yuri, il nostro cane, i nonni, e comprare le biciclette!). Comunque nessuna richiesta specifica sul come e quando si incontreranno con i fratelli, semplicemente non vedono l'ora di andare in Italia.
Con questa nota tranquilla salutiamo e ringraziamo tutti gli amici che ci hanno seguito in questa avventura, vi aggiorneremo a breve sul rientro.
Besos da Diego e Lucia


mercoledì 25 agosto 2010

Eccoci a Bogotà, pronti a tornare a casa

Da lunedì 23 siamo a Bogotà, in un residence (La Plenitud) con altre famiglie adottive italiane. La Plenitud sta nella parte Nord di Bogotà, una zona residenziale relativamente tranquilla e molto comoda, essendo circondata da vari parchi, centri commerciali e trovandosi vicino all'Istituto Italiano di Bogotà (piscina, tennis, calcio etc - dove si respira aria di casa e si mangia italiano!). I primi giorni sono passati bene, le persone della Dimora che ci assistono a Bogotà hanno fatto i miracoli per fare tutti i documenti i fretta: domani ci consegnano il visto di ingresso per i bambini ma dobbiamo aspettare martedì 31 per imbarcarci e tornare a casa. Per i bimbi non sarà un ritorno, ma un salto transoceanico verso un futuro tutto da immaginare. Nonostante io li stressi un pò con la lingua, sono molto tranquilli e non vedono l'ora di partire - stamattina mi hanno detto di parlare italiano con loro (si vede che non ne possono più del mio spagnolo) per abiturasi al suono etc. In questi giorni a Bogotà con loro è filato tutto liscio, non ci sono capricci da segnalare se non i soliti patteggiamenti sul cibo (loro sono abituati a mangiare pollo, patate fritte e frijoles-fagioli in umido due volte al giorno, ma noi non ne possiamo più e cerchiamo di dirottarli, con scarso successso, su pizza, pasta e verdura).
Nei prossimi giorni faremo un po di turismo, mezza giornata dedicata ai nostri interessi e mezza giornata ai loro (parchi, piscina, musei interattivi per bambini) insieme ad Elena, Enrico, Nelson ed Herman, prima che i 4 fratelli si separino per il viaggio in Italia. Vedremo che succede, e cercheremo anche di mettere ordine nelle emozioni vissute in questi 40 giorni in Colombia prima di aprire il nuovo capitolo "tutti a casa".
Besos por todos,
D&L

domenica 22 agosto 2010

20 luglio - 22 agosto
















Eccoci qui dopo circa un mese a scrivere l'ultimo post da Manizales, domani partiremo per Bogotà ultima tappa di questa avventura in Colombia.
Non sappiamo ancora bene cosa significhi Manizales per la nostra vita, ma ora che dobbiamo partire sentiamo una certa nostalgia per questo luogo fino a poco tempo fa del tutto sconosciuto.
Qui abbiamo vissuto uno dei momenti più importanti della nostra vita: la nascita della nostra nuova famiglia.
Cable Plaza, el bosque popular, la collina di Cipre, i cavalli di Tierra Viva , sono stati lo scenario di tante emozioni, e saranno per sempre nei nstri cuori.

Grazie alla gente di Manizales, al loro buon cuore,

Grazie alle commesse che con il loro sorriso e la loro pazienza ci hanno aiutato a vestire i nostri piccoli

Grazie ai tassisti che ci hanno scorrazzato con gentilezza e discrezione

Grazie ai portieri dei condomini, alla loro simpatia e professionalità

Grazie a tutte le persone dell’ICBF

Grazie all’avvocato Angela

E grazie a Wilma e Ivan e alla loro famiglia per l’amore con cui ci hanno accolto e assistito per tutto il tempo
Buena vida a tutti.
Lucia

venerdì 20 agosto 2010

Preparativi per l'Italia


Continuano i preparativi per il viaggio in Italia, via Bogotà, con l'ansia di non farcela a partire il 31 agosto (se salta, se ne parla il 6 settembre per voli strapieni!). Ieri è stata una giornata importante, abbiamo ritirato i nuovi passaporti di Miguel Angel Serraino Fratino e di Brayan Camilo Serraino Fratino. E' stato emozionante vedere Miguel e Brayan, all'ufficio anagrafe di Manizales, fare le prove per firmare con i nuovi cognomi: tutto è andato liscio, con tanti auguri da parte degli impiegati e di alcune persone in coda allo sportello. I nuovi cognomi sanciscono, per Miguel e Brayan, la loro nuova identità anagrafica e per noi rappresentano un ulteriore presa di coscienza della grande responsabilità che ci siamo assunti. Inizia anche una nuova tappa, con nuove incognite: che succederà al rientro? come vivranno la separazione dal loro mondo (la lingua, il cibo, i programmi tv in primis)? come reagiranno alle aspettative, che seppur graduate, sentiranno addosso? Le conferme che ricevono da noi potrebbero non essere sufficienti a costruire nel profondo quell'identità anagrafica stampata nei passaporti.
Per questo abbiamo iniziato a farli parlare ogni giorno di più in Italiano, e a fantasticare su quello che faremo a casa - gli descriviamo la casa nei dettagli, l'incontro con i parenti, le passeggiate con il cane, la visita alla loro nuova scuola prima che inizino le lezioni. Oggi abbiamo fatto un pò di shopping di souvenirs, loro hanno voluto due chitarrine colombiane (vedi foto in cui si esibiscono per noi in concerto) ed un modellino del camion tipico con la scritta La Dorada (la loro città di origine), la Colombia da portare in Italia nella loro stanza, il passato e il futuro!.
Da lunedì 23 saremo a Bogotà nello stesso edificio con Elena, Enrico, Nelson e German. Finora l'integrazione tra i fratelli in due famiglie diverse è andata bene, ma dobbiamo prepararci alla separazione geografica che avverrà in Italia. Stando assieme a Bogotà per circa 10 giorni, cerchermo di preparali soprattutto a questo evento, forse una delle tappe più difficili tra quelle finora affrontate. A Cartagena, i ritmi e i tempi della vacanza ci hanno sicuramente agevolato nel compito di farli sentire vicini in due famiglie diverse. Cercheremo di fare altrettanto a Bogotà, continuando questo complicato processo.
Diego & Lucia

mercoledì 18 agosto 2010

Il punto di vista del tassista

Dopo quattro settimane di convivenza, le novità scarseggiano -sopratutto in vista del grande evento per tutti e 4, l'arrivo/rientro in Italia. Le giornate passano all'insegna delle tappe burocratiche necessarie a completare l'iter della documentazione, dei pasti, dei divertimenti e di lavoro al computer per noi due. Ieri un autista è andato al La Dorada a prendere i nuovi certificati di nascita, che sono stati consegnati oggi mercoledì 18 agosto al'ICBF di Manizales e spediti all'ICBF di Bogotà per prepare la certificazione di conformità necessaria ad ottenere il visto di ingresso in Italia per i bambini. Domani andiamo a fare i passaporti di Miguel e Brayan, e domenica o lunedì ci trasferimao a Bogotà per completare il tutto. Non bastasse la mole di documenti da preparare, ci si è messo anche il periodo di alta stagione dei voli per l'Europa, per cui sarà difficile trovare 4 posti prima del 31 agosto (noi abbiamo trovato posto il 31, ma siamo incerti se confermare prima di avere i visti in mano).
Purtroppo piove quasi ogni giorno, ed i bambini in casa soffrono (adesso stiamo in un condominio recintato con campetto di calcio, il che li rende molto felici quando possono stare fuori) -per cui dobbiamo invertarci di tutto e facciamo parecchi spostamenti al giorno in taxi. Dopo decine di viaggi in taxi, abbiamo realizzato che il tassista riflette un pò la visione generale della popolazione locale verso l'adozione internazionale -essendo una persona che per 10-20 minuti o più condivide uno spazio stretto con questa strana famiglia (nel nostro caso, 2 bambini evidentemente autoctoni e 2 genitori di cui la mamma non è sicuramente autoctona - sulla mia origine sono più incerti!). Cerchiamo di fare una sintesi delle tipologie dei tassisti e del loro punto di vista. La più frequente è sicuramente quella del tassista che fa finta di niente con noi genitori adottivi, ma incomincia a dialogare in spagnolo con i bambini. In questa situazione Miguel tace o risponde a monosillabi, mentre Brayan (il più piccolo) inizia a parlare e non la smette più. Poi ci sono i tassisti più intraprendenti, quelli che pensano che i bambini sono colombiani e quindi loro (i tassisti) sono autorizzati a chiedere quel che gli passa per la testa. Di fronte al più "impiccione" di questa categoria, cioè uno che si è messo a fare domande dirette tipo "avete incontrato i genitori dei bambini prima di adottarli?", Brayan gli ha detto direttamente: "noi siamo dell'ICBF, loro sono italiani e ci hanno adottato". Fantastico, la conversazione è finita lì. Un'altra categoria è quella dei tassisti paternalisti, quella che si sente in dovere di fare le raccomandazioni ai bambini perchè sono tanto fortunati ad avere due genitori che si prendono cura di loro e li portano in un paese ricco e quindi devono comportarsi bene (in questo caso la risposta di Brayan è "..con amor y respecto"). Anche in questo caso, Miguel partecipa il meno possibile alla conversazione/monologo, mentre Brayan si lancia in varie considerazioni (che passano dal fatto che siamo medici a quello che farà in Italia etc). Ultimamente, Brayan incomincia a chiedere ai tassisti se parlano italiano e inizia subito una litania delle parole e dei numeri che conosce con tanto di traduzione spagnolo-italiano. Oggi non capivo cosa mi chiedeva il tassista, lui si è imtromesso dicendo che sapeva un pò di italiano e poteva spiegarmi la questione.
Dopo un centinaio di viaggi in taxi con i bambini siamo arrivati a queste conclusioni: se il punto di vista dei tassisti rappresenta quello della popolazione generale, gli abitanti di manizales ci sembrano molto solidali con i genitori adottivi stranieri e partecipano caldamente -anche se non richiesti- al processo adottivo; le differenti reazioni di Miguel e Brayan dimostrano il diverso livello di consapevolezza del loro percorso esistenziale e, quindi, delle ferite che i nostri due bambini si portano dentro. Chissà cosa succederà con i tassisti italiani, non vediamo l'ora di sperimentarlo!
Hasta manana o post-manana
Diego & Lucia